RASSEGNA STAMPA su Ferdinando Valletti

Qualcuno era Milanista anche a Mauthausen

Valletti Ferdinando “Nando” è il terzo da destra nella II fila



Scaligero di nascita (aprile 1921), Ferdinando Valletti approdò al Milan nei primi anni 40, proveniente dal Seregno. Piedi piuttosto ruvidi, nelle due stagioni che lo videro indossare la maglia rossonera, il suo nome finì solo nei tabellini di alcune partite amichevoli, complice qualche problema di troppo ad un ginocchio.La sua vita cambiò nel marzo del 1943. Accusato di aver fatto volantinaggio durante uno sciopero allo stabilimento milanese dell’Alfa Romeo, fu arrestato e condotto al carcere di San Vittore, tappa intermedia prima di essere deportato nel campo di concentramento nazista di Mauthausen e successivamente in quello di Gusen dove venne salvato dagli americani nel maggio del 1945.Il cammino di dolore, sofferenza e speranza del “casciavit” Valletti fu raccontato in ogni suo particolare dalla figlia Manuela, venuta al mondo quando il calvario del padre era cominciato da qualche mese. Nel 2008, infatti, è stato pubblicato il libro Deportato I57633 – Voglia di non morire dal quale è stato tratto l’omonimo documentario di Mauro Vittorio Quattrina.L’inizio del viaggio verso l’inferno dell’abominio concentrazionario ebbe inizio da quello sciopero all’Alfa Romeo. Ferdinando, da buon gregario, aveva accettato di correre il rischio di divulgare tra gli operai i volantini con le ragioni di quella manifestazione. Nando se la cavava molto bene con i libri. Riuscì a conseguire il diploma di perito industriale che in futuro gli avrebbe consentito di fare strada in ambito lavorativo, fino a diventare dirigente dell’Alfa Romeo. Ex componente della Brigata Garibaldi, sgradito ai fascisti, che avevano seguito tutti i suoi movimenti durante i giorni precedenti lo sciopero, Valletti fu arrestato nella sua casa milanese. Alcuni sgherri bussarono alla sua porta intimandogli di scendere per “semplici accertamenti”. A San Vittore vi arrivò in ciabatte, poi lo misero su un treno in partenza dal binario 21, direzione Mauthausen. Da un campo di calcio alle cave di un campo di prigionia e sterminio.Il calcio, tuttavia, gli avrebbe salvato la vita. Le SS del campo, infatti, erano solite organizzare partite amichevole per aumentare lo spirito “cameratesco”, giusto per dare calci anche ad un pallone e non solo a degli esseri umani. Ad una squadra mancava proprio il mediano. Una delle belve feroci travestita da essere umano si ricordò di quell’italiano targato “I57633”. Valletti, ridotto ad un mucchio di ossa di soli 39 kg, raccolse tutte le sue forze per rispondere alla convocazione che gli avrebbe consentito di diventare “sguattero”, addetto alla distribuzione delle scorze di patata per i prigionieri. Dopo un breve provino arrivò l’ok. Da panchinaro rossonero a titolare in una compagine di aguzzini: il peggior salto all’indietro possibile per appurare, da molto vicino, ambiti in cui il concetto di umanità si era diradato a tal punto da scomparire.La promozione a sguattero, permise a Fernando di aiutare parecchi prigionieri con gli scarti dei pasti delle SS. La libertà arrivò il 5 maggio del ’44. Giunse a casa in condizioni pietose, dieci mesi dopo la nascita della figlia. Nel 1950 tornò, con alcuni colleghi dell’Alfa, a Mauthausen.Circa mezzo secolo dopo, decise di togliere il velo sulla sua terribile esperienza, raccontandola ai ragazzi attraverso una serie di incontri a scuola che registrarono un grande seguito. La figlia Manuela, giornalista e scrittrice di provata fede milanista, ha fatto conoscere la storia del padre attraverso numerosi incontri con gli studenti delle scuole superiori. La storia di Nando, capace di resistere alle sofferenze del lager, è stata tramandata alle nuove generazioni. Nella speranza che non si ripetano mai più orrori simili, dettati da un terribile e prolungato “sonno della Ragione”.Parafrasando Giorgio Gaber … qualcuno era milanista perché in un lager nazista incontrò Ferdinando Valletti, piedi da mediano e cuore da fuoriclasse.
Sergio Taccone
Giornalista e Scrittore

Ferdinando Valletti perdonò i suoi aguzzini..


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Ferdinando Valletti con Rhoda








Molte persone si stupiscono di come mio padre abbia affrontato la tragedia della sua deportazione perchè mai  in nessuna occasione egli espresse odio o sentimenti di vendetta verso i nazisti, disse sempre che era riuscito a perdonare e lo dimostrò con i fatti per tutta la vita.
Mio padre era credente, aveva una fede pura e un animo gentile, non posso dire che fosse legato alla Chiesa particolarmente, ma aveva un suo rapporto con Dio e soprattutto con il suo Angelo Custode che riusciva a commuovermi. 
Tra le poche cose che lasciò scritte quando se ne andò ci fu la preghiera che lui stesso scrisse al suo Angelo Custode e un passo bellissimo del Vangelo di Matteo, entrambe le conservo come un suo prezioso dono.
Essere grandi uomini vuol dire anche essere umili, essere consci che senza l’aiuto di Dio sono poche le cose che si riescono a compiere e che a volte Dio ci mette alla prova e se queste prove noi riusciamo a superarle allora diventiamo più forti, certamente persone migliori.
La prima grande prova per mio padre bambino fu il collegio fino ai 13 anni, poi venne la deportazione e in quell’occasione egli si diede da fare per aiutare  i compagni  a venirne fuori e ci riuscì. Le prove per lui si susseguirono per tutta la vita e non furono poche e nemmeno lievi, ma dalla sua bocca non sentii mai altro che la frase: “sono un uomo fortunato, ho la mia famiglia, il mio lavoro e tante persone che mi vogliono bene” fino all’ultimo, fin che riuscì a pronunciare qualche parola. 
Certo la sua vita fu anche costellata di successi professionali e di riconoscimenti istituzionali importanti, ma non si montò mai la testa, rimase sempre una persona buona, umile, pronta ad aiutare tutti. Lo ricordano  così anche i suoi dipendenti dell’Alfa Romeo, cinquecento persone che stravedevano per lui e che ancora oggi mi inviano piccoli pensieri in sua memoria. Questo era mio padre!
Manuela Valletti

Ora la preghiera all’Angelo Custode la tengo gelosamente per me, ma il brano del Vangelo lo condivido con voi volentieri.

Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Matteo 25,31-46.
Quando il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria con tutti i suoi angeli, si siederà sul trono della sua gloria. 
E saranno riunite davanti a lui tutte le genti, ed egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dai capri, 
e porrà le pecore alla sua destra e i capri alla sinistra. 
Allora il re dirà a quelli che stanno alla sua destra: Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla fondazione del mondo. 
Perché io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato, 
nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi. 
Allora i giusti gli risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo veduto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, assetato e ti abbiamo dato da bere? 
Quando ti abbiamo visto forestiero e ti abbiamo ospitato, o nudo e ti abbiamo vestito? 
E quando ti abbiamo visto ammalato o in carcere e siamo venuti a visitarti? 
Rispondendo, il re dirà loro: In verità vi dico: ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me. 
Poi dirà a quelli alla sua sinistra: Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli. 
Perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare; ho avuto sete e non mi avete dato da bere; 
ero forestiero e non mi avete ospitato, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato. 
Anch’essi allora risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo visto affamato o assetato o forestiero o nudo o malato o in carcere e non ti abbiamo assistito? 
Ma egli risponderà: In verità vi dico: ogni volta che non avete fatto queste cose a uno di questi miei fratelli più piccoli, non l’avete fatto a me. 
E se ne andranno, questi al supplizio eterno, e i giusti alla vita eterna». 

Ferdinando Valletti, rassegna stampa, articoli italiani, articoli stranieri, trasmissioni tv, Milan, Binario 21

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